Continuando la nostra esplorazione del territorio circostante, oggi vi parliamo dei borghi che rendono unico il “TRIANGOLO DEL TUFO” : Pitigliano, Sorano e Sovana.
Partendo da quello che in ordine geografico si raggiunge per prima, Pitigliano, possiamo fare un piccolo excursus storico: la denominazione deriva dalla Gens Petilia, una famiglia romana che chiamò diverse località con il loro nome quindi questo fa ben comprendere che è senza dubbio un luogo abitato da molto tempo, ma non furono i Romani i primi abitanti, infatti possiamo dire che è stata abitata fin dal III millennio a.c. per poi essere abbandonata nel X secolo a.c.
Il territorio venne ricolonizzato dagli Etruschi e dopo di loro dai Romani.
Sovana venne dichiarata Municipio e iniziò a controllare Pitigliano.
Quest’ultima divenne feudo degli Aldobrandeschi, ma iniziò ad avere scontri con Orvieto e Siena; i quali migliorarono solo con la dinastia dei Lorena che abolirono le servitù feudali e l’alienazione dei beni comuni ed ecclesiastici.
Per quanto riguarda cosa potete vedere a Pitigliano inizio con il dire che appena entrate nel paese, costeggerete l’acquedotto mediceo fino a trovarvi alla vostra destra il palazzo Orsini, costruito nel 400 come convento per poi diventare una rocca che oggi ospita al suo interno il Museo Civico Archeologico della civiltà etrusca e il Museo Diocesano.
Entrando nel borgo medievale troverete il Duomo, dedicato ai santi Pietro e Paolo, e la Chiesa di San Rocco.
Pitigliano è conosciuto come “LA PICCOLA GERUSALEMME” e adesso vi racconto…
David De Pomis è stato il primo ebreo che si è fermato nel paese accolto dal conte Niccolò Orsini.
Fu l’inizio dell’istituzione del banco di prestito che nel 1571 aumentò il numero degli ebrei in quest’area.
La comunità ebraica pitiglianese conferma la sua condizione protetta con la costruzione della Sinagoga ed il forno.
Nel 1622 vennero istituite delle norme come ad esempio: la chiusura della porta del ghetto, il divieto di avere finestre che si potevano affacciare sulle case dei cristiani e il divieto durante la domenica di eseguire lavori per la strada del ghetto.
Durante la II Guerra Mondiale, anche gli ebrei di Pitigliano furono soggetti a rastrellamenti nazisti ma trovarono protezione nei poderi circostanti.
La seconda area del triangolo è Sorano, nato durante la civiltà etrusca.
Non ci sono tante tracce del paese fino ad arrivare nel 862 con la costituzione della contea Aldobrandesca che il borgo conquista importanza.
All’interno del paese medievale l’edificio principale è la Fortezza Orsini, una costruzione militare edificata nel 300.
Attraversando il ponte si entra all’interno della Fortezza in cui si trovano due mulini per creare la polvere da sparo e per macinare il grano.
La Fortezza ospita al suo interno il Museo del Medioevo e del Rinascimento, nascondendo anche gallerie e passaggi nei sotterranei.
La vista dalla Fortezza ti da la possibilità di vedere il Masso Leopoldino costituito da una parete di tufo, creato sotto i Lorena.
Per concludere il triangolo del tufo, troviamo Sovana.
Il nome originario dato dai Romani è “Suana” invece dagli Etruschi deriva da “Suf” cioè “terra verde”.
Sovana è stata sede vescovile, si trova in un’area con terreni tufacei ed è vicino ad un vulcano, oggi rappresentato dal Lago di Bolsena.
I primi abitanti di Sovana furono piccoli gruppi di agricoltori e pastori.
Iniziò il dominio dei Longobardi, quello dei Carolingi e degli Aldobrandeschi fino ad arrivare all’anno Mille.
Trent’anni dopo, il comune di Sovana stipulò un’alleanza con Orvieto in cui nel 1216 ci fu la suddivisione della contea.
Essa passò in mano agli Orsini che cercarono di salvare Sovana dagli scontri dei senesi.
Dopo tutti gli attacchi subiti, i sovanesi, riuscirono a costruire solo la chiesa di San Benedetto.
Le mura che circondano Sovana sono di diverse epoche: etrusche, medievali e rinascimentali.
Per chi è appassionato di passeggiate segnaliamo “Le Vie Cave”, rete viaria di epoca etrusca che collega insediamenti e necropoli tra Sovana, Sorano e Pitigliano attraversando pareti tufacee.
Quindi cosa aspetti? Ci sono altri paesi che ti aspettano per essere visitati.